Sono settimane che tra Sole-24 Ore e blog martello come un fabbro sul ruolo asfissiante dei servizi segreti deviati a Reggio Calabria e sulla loro influenza sulle peggiori porcherie che in quella città e in tutta la regione si susseguono da anni. Ultima porcheria due giorni fa: il ritrovamento del bazooka a poche centinaia di metri dalla sede della Direzione distrettuale antimafia. Un macabro messaggio oltre che per il capo della Procura, Giuseppe Pignatone, anche per gli uomini dei suoi uffici più esposti, a partire da Nicola Gratteri, Roberto Di Palma e Giuseppe Lombardo.
Lo dicono le inchieste giudiziarie passate e in itinere. Solo che io lo scrivo, mentre le pecore del giornalismo calabrese no e si limitano a fare qualche cronaca senza unire i puntini del disegno.
Con mia grande sorpresa ho scoperto che mercoledì 22 settembre, 34 deputati di Pd, Idv, Fli e Mpa si sono accorti di quanto scrivo e, non so quanto strumentalmente in un momento in cui maggioranza e opposizione sono ai ferri corti in Calabria e se le suonano di santa ragione almeno sulla carta, hanno presentato un’interpellanza urgente al ministro dell’Interno Roberto Maroni.
Ecco, la carta appunto. Sulla carta i 34 deputati, capitanati da Franco Laratta, politico che ha scelto di non entrare nello squallido agone della Regione Calabria tanto da essere diventato deputato senza mai essere stato consigliere regionale, hanno chiesto al ministro di sapere “ 1) cosa intende fare il governo per far luce sugli inquietanti fatti che accadono a Reggio Calabria, dal ritrovamento su segnalazione dei servizi del tritolo a palazzo San Giorgio, alle bombe presso la Corte d’Appello di Reggio Calabria e davanti l’abitazione privata del procuratore generale;
2) quali misure intenda adottare per proteggere adeguatamente i magistrati esposti nella lotta alla criminalità;
3) cosa intende fare per coprire l’organico delle procure e dei tribunali calabresi e per dotare la magistratura, le Forze dell’Ordine e le Istituzioni impegnate nella quotidiana lotta alla criminalità organizzata dei mezzi finanziari e strumentali necessari all’affermazione dello Stato di diritto”.
Tra gli altri firmatari ci sono Angela Napoli, Doris Lo Moro, Rosa Callipari, Maria Grazia Laganà Fortugno, Marco Minniti e via di questo passo.
OLTRE L’UFFICIALITA’
Fin qui nulla di strano. Un’interpellanza importante ma come altre importanti. Ma quel che conta è leggere nelle premesse. Il succo del discorso (anche politico) è lì.
“A Reggio non è chiaro il ruolo dei servizi segreti che a sentire autorevoli magistrati (vedi dichiarazioni alla stampa di Alberto Cisterna) e importanti giornalisti (Roberto Galullo del Sole 24 Ore) – premettono i 34 deputati dei 4 schieramenti – sono sempre presenti a vario titolo nelle vicende di snodo della città dal ruolo avuto nelle elezioni comunali del 2002 e riportato nelle inchieste giudiziarie, alla vicenda del tritolo a Palazzo San Giorgio, alle vicende di questi giorni.
La vicenda del presunto attentato all’allora sindaco Scopelliti non è mai stata chiarita mentre le cronache giudiziarie nonché espliciti reportage giornalistici, mai contestati, evidenziano rapporti e legami di amicizia tra lo stesso ed esponenti della criminalità organizzata (Fiume, Fracapane, Martino Paolo etc.).
Il clima torbido venutosi a creare in questi anni cerca di mettere sullo stesso piano lettere anonime, che puntualmente arrivano quando serve distogliere l’attenzione da altro, bombe e minacce vere!”
Insomma, come sintetizza lo stesso Laratta nel comunicato stampa diramato giovedì 23 settembre, chiedono conto, per quanto sta accadendo soprattutto a Reggio Calabria da 3 gennaio in poi, del “ruolo dei servizi segreti e sullo strano caso del tritolo scoperto a Palazzo San Giorgio mentre era sindaco Scopelliti. E poi chiedono notizie su alcuni rapporti fra politici e ambienti malavitosi..!”.
DA LARATTA ALTRO COLPO DI FRUSTA
Laratta, uomo mite, deve essersi incavolato parecchio se il 27 settembre, nel corso di una manifestazione e sulla legalità promossa dal Comune di Fuscaldo, con l’ITIS della stessa città, davanti a circa 300 studenti ha affermato: “Troppi mafiosi e corrotti nelle istituzioni e nella politica. Dobbiamo trovare il coraggio di fare pulizia e di pretendere che il Parlamento come il Consiglio Regionale e le altri istituzioni siano trasparenti, siano case di vetro”. E poi, presente anche l’onorevole Angela Napoli, ha ricordato “come in Calabria mafia e corruzione condizionano la vita delle istituzioni, dei partiti e si annidano anche nell’economia e nell’informazione. E’ scandaloso che in Parlamento siedano personaggi coinvolti in questioni criminali e addirittura condannati per reati di mafia come Dell’Utri, Cuf
faro, Cosentino. Inoltre, sarebbe il caso di fare chiarezza anche sull’appoggio dato da clan mafiosi ad alcuni candidati alle ultime elezioni regionali in Calabria”.
Bingo! La partita è davvero grossa se una persona pacata come il deputato calabrese, lancia in resta, parte sostanzialmente all’attacco su due punti: 1) il ruolo dei servizi segreti nelle vicende reggine e 2) il ruolo dell’attuale Governatore Giuseppe Scopelliti, ex sindaco di Reggio Calabria e, secondo i 34 firmatari, in rapporti di amicizia con mafiosi.
Non c’è che dire. Il clima a Reggio è sereno! Un punto fermo, al momento, ci sarebbe. Dopo le voci che per mesi si sono rincorse e che in mille ripetevano sul trasferimento volontario a Roma del capo della Procura di Reggio, Giuseppe Pignatone, di cui vigliaccamente molti colleghi giornalisti calabresi sapevano ma non hanno mai scritto salvo poi accorrere come pecorelle per asserire che Pignatone lì sta e lì resta, sembra che Pignatone resti effettivamente ancorato al suo posto. Una notizia importante per chi vuole contare sulla stabilità delle pedine nella lotta a tutte le anime della ‘ndrangheta.
L’EPILOGO TRISTE
Il ministro Maroni avrebbe dovuto rispondere questa mattina di tutto ciò e invece…
E invece accade che mentre la Calabria è tutta una polveriera e arriva l’inutile Esercito italiano come foglia di fico a tutti i mali, poche ore fa, spunta in Aula come un fungo porcino il sottosegretario leghista Michelino Davico a rispondere all'interpellanza urgente.
Per gli onorevoli Franco Laratta e Angela Napoli questa è stata una "gravissima sottovalutazione del Governo. Risposta carente, debole, appena balbèttata. Silenzio assoluto sul ruolo dei servizi deviati di Reggio, nessuna parola di chiarezza sulle decine di atti intimidatori contro la magistratura reggina, nessuna menzione sulle indagini che ha posto in essere la magistratura reggina per verificare il rapporto tra mafia, politica, servizi e massoneria deviati. Volevamo sapere cosa sta accadendo a Reggio Calabria da alcuni anni a questa parte, nessun riferimento sul tritolo trovato nel comune di Reggio quando era sindaco Scopelliti. Silenzio sul ruolo dei servizi nell'omicidio Fortugno. Siamo profondamente delusi del comportamento del Governo, che forse non ha capito la gravissima situazione in cui si trovano Reggio e la Calabria".
Ecco, appunto, non ha capito. O forse il Governo ha capito…troppo bene.
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