Se vivete a Lamezia Terme la storia che sto per raccontarvi la conoscete. Se vivete in Calabria ne avrete sentito più o meno parlare. Se vivete nel resto d’Italia e del mondo avete meno di una possibilità su 100 di conoscerla.
E’ la storia – recentissima, della scorsa settimana, e ancora in corso – dell’ennesima lotta dello Stato contro la mafia e la mafiosità. Una storia che la politica parolaia calabrese sta subendo. E capirete perché.
L’ABUSIVISMO IMPAZZA MA LA ‘NDRANGHETA E’
(COME SEMPRE) LUCIDA E SERENA
Accade che il neo procuratore capo della Repubblica, Salvatore Vitello, dopo anni in cui la Procura ha dormito sonni profondissimi, si ritrova nei cassetti dei suoi uffici pratiche che sonnecchiavano da due anni (ripeto: due anni). Sentenze passate in giudicato (ripeto: definitive, ergo inappellabili ed eseguibili) che stabiliscono l’abbattimento di 400 immobili abusivi a Lamezia Terme, lasciate in eredità a Vitello dal precedente procuratore, Raffaele Mazzotta volato a Crotone. Si parte con 11 demolizioni e poi via con le altre.
Sapevo da alcune settimane dell’intenzione del procuratore e dentro di me ho pensato: scriverò presto dell’(ennesima) lotta tra Stato e ‘ndrangheta.
E sì, perché la gran parte degli immobili (palazzine, negozi, uffici e capannoni) si trova in zone dove le cosche fanno il bello e il cattivo tempo (vedi Capizzaglie). Oh, sia chiaro: non è che gli immobili abusivi a Lamezia sono 400. Sono molti, molti di più. Chiudendo (nell’ipotesi più tranquilla) un occhio su ogni tipo di illegalità ritenuta minore (e l’abusivismo edilizio in Calabria è uno sport diffusamente praticato con veri e propri campioni del mondo), i politici raccolgono voti come se piovesse. E infatti quegli immobili sono serviti di tutto punto: luce, gas, acqua, telefono. Manca solo la filodiffusione ma, sapete com è, non va più di moda e non sarebbe comunque di competenza degli amministratori che ben altri comfort a Lamezia e no, si sono prodigati nel dare alle cosche. Negli anni, ovviamente, zeru cuntrolli. Anche la polizia municipale sonnecchiava e figuriamoci se a Lamezia qualcuno apre un occhio sulle illegalità. Zitti e mosca, quando vogliono.
Comunque da qualche parte bisognerà pur cominciare – avrà pensato tra se e se Vitello – e così, ben sapendo che difficilmente avrebbe trovato ditte disposte ad abbattere una sola mattonella – si è rivolto al Genio militare che si è presentato all’inizio della scorda settimana vestito di tutto punto: stivali, mimetica e ruspe.
Apriti cielo. Blocchi autostradali, cortei, auto che circolavano per la città istigando all’occupazione del Municipio, gente incatenata e tafferugli fin dentro l’ufficio del sindaco, Gianni Speranza, che ha accusato anche il fratello di un boss di averlo minacciato e aggredito. Tensione alle stelle e ruspe ferme. O meglio: ferme di fronte a una palazzina di proprietà della famiglia Giampà. Vi dice niente questo cognome? Bene, se non vi dice niente, vi invito a scorrere la storia criminale degli ultimi anni della città e scoprirete che, se siete gente onesta legata a principi di legalità, non vorreste trovarvi non dico nella palazzina vicina ma neppure a 100 km di distanza.
Detto questo, va detto per dovere che il titolare di quella palazzina dove si è verificato l’assembramento di persone a tutela degli abusivi, che è un Giampa, non ha comunque, a quanto mi risulta, pendenze con la legge.
INTERVIENE UN’ORDINANZA DI STOP
Mentre tutto questo accade, il più furbo di tutti ha innescato un avvocato del posto che sparato a razzo un’istanza d'incidente d'esecuzione al tribunale lametino che l'ha, udite udite, accolta. In questo modo si sospendono gli effetti dell'esecutività della sentenza che ha dichiara abusivi i fabbricati. In sostanza è bastato che ci fosse un procedimento pendente di condono perchè le ruspe del Genio militare si fermassero.
E ora anche gli altri avvocati si sono scatenati per casi analoghi. Fatto sta che questa ordinanza del Tribunale – che si commenta da sola – vale per alcuni casi. Non certo per tutti. E così le ruspe sono ripartite, abbatticchiando un po’ qua e un po’ la. Compreso il deposito di Antonio Giampà.
IL SINDACO SPERANZA: NEL COGNOME L’ATTESA
PER IL SECONDO MANDATO DA SINDACO
Ora, in una situazione in cui, dopo anni di profonde dormite, una Procura si sveglia e si decide ad abbattere case e immobili in una città calabrese tra le più densamente delinquenziali d’Italia, che cosa vi aspettate che succedesse?
Che la politica si stringesse intorno al sindaco? Caroselli per la città stile arresto del boss di Cosa Nostra Mimmo Raccuglia? Sventolio di tricolori al passaggio del Genio Militare? Lettere d’amore al procuratore capo?
Nien. Niet. Nulla di tutto questo. Il sindaco Speranza invece di sparare a zero contro gli abusivi dicendo chiaro e tondo “ma che credete di essere più furbi degli altri? Ben vi sta, anzi spero che vi chiedano anche gli arretrati eventualmente pendenti di fronte al fisco”, ha subito messo le mani avanti. Che c’entro io con le demolizioni? Non sono io che posso ordinarle o impedirle. Questo più o meno il ragionamento.
Peggio. In un’intervista (potrete, se vorrete farvi del male, leggerla per intero su www.liberainformazione.it) Speranza dice di più. “Alcune persone pretenderebbero – dichiara al sito – che io mi mettessi a capo di un gruppo che si mettesse davanti alle ruspe per impedire la demolizione delle case. E questo non lo posso fare. Fatto per una dovrei farlo per tutte. E questo, con sentenze del Tribunale passate in giudicato, sarebbe una cosa gravissima”.
Insomma, nessuna condanna forte, chiara e inequivocabile ma uno scaricabarile, quasi a scusarsi, Del resto, sapete com è: Speranza – che pure conosco da anni e di cui ho apprezzato alcune dure prese di posizione ma ciò ovviamente non mi esime da scrivere, come sempre, ciò che penso senza guardare in faccia neppure gli amici – a primavera va al voto e tiene famiglia. Famiglia politica, intendo, che deve o meno riconfermarlo alla guida della coalizione del centrosinistra che dovrà sfidare per la carica di sindaco il candidato del Pdl e il terzo incomodo Francesco Grandinetti, proprietario della tv City one. Non a caso Speranza si abbatte contro il “Berlusconi in sedicesimi” di Lamezia, per l’uso che fa delle telecamere quell’emittente.
E VAI CON IL VALZER DELLA POLITICA PAROLAIA
E mentre Speranza si trova più o meno da solo a difendere non si sa bene cosa, le altre forze politiche fanno di tutto per giustificare e distinguere tra abusivismo per necessità e per speculazione (verrebbe da dire: ma chi se ne frega della distinzione!)
La Fiamma Tricolore interviene più o meno così. L’agitazione “è causata solo dalla disperazione di povera gente e non, come qualcuno vuol far credere, dal fatto che i calabresi, per l'ennesima volta, rifiutano qualsiasi approccio alla legalità”.
"Urge una soluzione immediata per chi resta senza un tetto, bisogna sospendere le demolizioni degli stabili abitati come prima casa'' ha dichiarato Mimmo Gianturco, responsabile regionale di Casapound Italia.
Il coordinatore cittadino del Pdl Luigi Muraca ha espresso la solidarietà di tutto il Pdl cittadino «alle famiglie raggiunte dai provvedimenti di demolizione, in esecuzione in questi giorni».
IRROMPONO (IN MANIERA DISINTERESSATA) D’IPPOLITO E IL PERENNE GALATI
Come riporta l’Ansa del 22 novembre, sulla vicenda degli immobili abusivi di Lamezia Terme, i parlamentari del Pdl, Ida D'Ippolito e Giuseppe Galati, in una nota hanno rivolto un appello al Procuratore per una ''moratoria che consenta di analizzare caso per caso''. ''Ribadendo – affermano D'Ippolito e Galati – la posizione gia' espressa a mezzo stampa circa l'opportunita' che il sindaco e la giunta esplorino, attraverso le giuste procedure istituzionali, la possibilita' di acquisire al patrimonio del Comune gli immobili abusivi che risultano effettivamente abitati, ci appelliamo al Procuratore della Repubblica, cui va la nostra vicinanza istituzionale in questo difficile momento, per una moratoria che consenta di analizzare caso per caso. Tutte le istituzioni potranno cosi' avere il tempo di valutare ogni eventuale possibile soluzione alternativa alle demolizioni. Tutto cio' fatti salvi i casi gia' oggetto di procedura esecutiva''.
Avete capito? Il Comune – cioè i contribuenti – dovrebbe acquisire le case abusive! E per farne cosa, di grazia?
Per lasciarle agli stessi occupanti?
E’ ovviamente un caso che D’Ippolito sarà – con 99,99 probabilità su 100 – la candidata alla carica di sindaco per il centro destra ed è un caso che al suo fianco si schieri Galati, il ras politico dell’area.
LE IMMAGINI TELEVISIVE
Ho seguito le immagini trasmesse da City One, il cui editore è il candidato sindaco Francesco Grandinetti, attraverso il sito www.lameziaweb.biz.
Premettendo che della polemica tra l’emittente e Speranza mi interessa infinitamente meno di zero, ecco alcuni brani che ho potuto sentire con le mie orecchie, mandate in onda.
Le scene mostrano le Forze dell’Ordine (un centinaio di poliziotti) in tenuta anti-sommossa di fronte alla palazzina il cui deposito doveva essere abbattuto, occupato dall’interno da un centinaio di persone. Persona più persona meno.
Ecco l’elenco del florilegio mandato in onda.
Scena 1. Dall’interno dell’immobile, gli esagitati gridano amorevoli cori alle Forze dell’Ordine: “Mafiosi, mafiosi, mafiosi, mafiosi….” A meno che non gridassero: “Amorosi, amorosi, amorosi, amorosi…” e le mie povere orecchie non abbiano sentito male. Può essere.
Scena 2. Si distinguono cori “pagliacci, pagliacci, pagliacci…” sempre verso le Forze dell’Ordine.
Scena 3. Altra frase di esagitati asserragliati nell’immobile o comunque nei suoi pressi (dalle immagini fisse non è facile capire): “facile prendersela con la gente per bene che lavora….” Gente per bene?
Scena 4. Altro grido beluino: “Vergogna, vergogna, spaventate i bambini…”.
Scena 5. Si distingue nettamente la voce di un ragazzo non inquadrato che, riferendosi ad un simpatico ragazzo che lancia oggetti contro le Forze dell’Ordine, dice rivolgendosi a un amico: “guarda a scarfeis guà…”. Sto scarfeis deve essere uno conosciuto, probabilmente nell’ambiente del volontariato lametino….
Scena 6. Altro gradevole coro verso le Forze dell’Ordine: “cornuti, cornuti….” E’ proprio vero che i cornuti sono sempre gli ultimi a saperlo…
Ecco solo alcuni esempi dei comportamenti degli abusivi di cui bisognerebbe avere pietà. Per necessità.
Vergogna, vergogna, questa volta, lo scrivo io, facendo un tifo pazzo per quelle ruspe. Che possano abbattere quanto prima quei 400 immobili. Senza nessuna pietà. E’ un appello che lancio a chi – in questo momento – vuole interrompere l’abbattimento delle case abitate. Anche quelle che – fino a ieri – erano disabitate ma che, magicamente, oggi hanno un occupante. Giù senza calcoli, caro Vitello, perché i chiagni e futti della ‘ndrangheta sono sempre un passo avanti rispetto allo Stato. O si sta dalla parte della legalità o si sta – asserragliati, gridando mafiosi alle Forze dell’Ordine – dall’altra parte. Tertium non datur.
roberto.galullo@ilsole24ore.com