Se provate, come ho fatto io, ad accedere ai siti di alcune comunioni massoniche italiane, scoprirete che la Calabria (e non è certo una novità per molti) ha più logge che occupati (spero che anche i poveri di spirito capiscano il senso del paradosso). Da anni i calabresi si mettono in fila per infilare il cappuccio e indossare il grembiule e tanta dedizione sembra essere riconosciuta, visto che le fila della massoneria ufficiale e riconosciuta, da Cosenza a Reggio, si ingrossano ogni giorno di più.
Basta vedere cosa è successo all’ultimo appuntamento invernale che si è dato il Goi (Grande Oriente d’Italia) per eleggere i nuovi organi di Giunta, nel corso del quale i calabresi con diritto di voto erano più numerosi delle sedie a disposizione! Nulla di male: ognuno è libero di iscriversi dove meglio crede anche se ci sarebbe da chiedersi perché tanta fame di “compassi” proprio in Calabria.
Così, per curiosità – e al fondo di questo articolo capirete il perché – mi sono divertito (si fa per dire) a contare le logge ufficiali sulle quali possono contare alcune tra le principali comunioni massoniche ufficiali e riconosciute, nella sola Locride. Ripeto: nella sola Locride, che complessivamente conta appena 142mila abitanti. Quanto ai centri principali, Locri ha 12.500 abitanti, Siderno 18mila e Roccella Jonica 6.300.
La “Gran Loggia Regolare d’Italia”, attraverso la Gran Loggia regionale della Calabria ha due logge a Locri e una a Roccella Jonica.
Anche la “Gran Loggia d’Italia degli antichi liberi accettati muratori” ha una sede a Siderno.
Il “Grande Oriente Italiano” sul proprio sito non riporta la distribuzione sul territorio con un’unica eccezione (e come ti sbagli) per la Calabria: non è nella Locride ma a Crotone. Di più, attraverso il sito, non apprendiamo.
Della “Droit Humaine – Ordine massonico misto internazionale”, nonostante esista una federazione italiana, non si hanno notizie.
Il Grande Oriente d’Italia (Goi) a Locri ha una loggia, a Siderno due, a Roccella Jonica un’altra.
E questo – ripeto allo sfinimento – solo per rimanere alle logge ufficiali che fanno riferimento ai principali riti riconosciuti nel mondo. Poi bisogna aggiungerci tutte le logge di riti minori (di cui non si hanno notizie visto che il settore, di per sé, è già improntato alla massima riservatezza che diventa spesso e volentieri segretezza).
LA SUPERLOGGIA DEVIATA DI REGGIO
Capitolo a parte è quello dedicato alle logge deviate (alle quali doverosamente la massoneria ufficiale guarda con disprezzo e preoccupazione perché gettano fango sui loro grembiulini) nelle quali si incrociano molti destini della Calabria (e non solo) e che non si vedono ma ci sono.
Come saprete, ultimamente, la magistratura in Calabria (a partire dal capo della Procura Federico Cafiero De Raho) sta cercando di scoprire il volto di quella che potremmo definire la “Loggia degli Invisibili” attraverso un filone dell’indagine Breakfast che fa seguito (e inevitabilmente è destinata a coniugarsi) all’indagine Meta (pm titolare, anche qui, è Giuseppe Lombardo ma ricordiamo che a Reggio altri pm, come Nicola Gratteri, Stefano Musolino, Antonio De Bernardo, Francesco Curcio, solo per citarne alcuni, stanno indagando con alacrità).
E senza neppure contare l’autostrada aperta oltre 20 anni fa dalle indagini di pm come Salvo Boemi, Vincenzo Macrì, Roberto Pennisi e Alberto Cisterna che, invece di essere battuta con furia investigativa e giudiziaria, pian piano, miracolosamente, fu abbandonata per riversare le forze verso rivoli e pascoli più sicuri (soprattutto per la propria incolumità fisica, psicologica e professionale).
Inutile girarci intorno: per tornare a Reggio Calabria, è di nuovo aperta la caccia della Procura agli affiliati della “superloggia deviata reggina” in violazione della legge Anselmi, che attraverso servitori infedeli dello Stato (molti dei quali insospettabili e alcuni altri in pensione e/o appartenenti a ogni livello dello Stato, dalle Forze dell’Ordine alla Magistratura, passando per gli altri dirigenti pubblici), fratelli deviati, politici corrotti, professionisti indegni (tra i quali credo anche presunti giornalisti) e (ovviamente) ‘ndranghetisti, fa il bello e il cattivo tempo in Calabria e non solo, anche grazie agli aiuti oltrefrontiera di confraternite deviate. Toccherebbe in primis alla massoneria ufficiale e riconosciuta tifare perché queste indagini riescano a sradicare le eventuali interposizioni criminali e criminogene. Sono sicuro che così è.
Senza contare che in tutta la Calabria, da tempo (in particolare grazie all’opera della Dda di Catanzaro e dei pm Pierpaolo Bruni, Simona Rossi e Marisa Manzini) i perversi legami massoneria deviata-ndrangheta-politica-professionisti sono sotto la lente.
E senza volerci spingere indietro nella storia recente e passata, allorquando i pm Luigi De Magistris e Agostino Cordova capirono molto senza riuscire a dimostrare niente (e ci credo: gli squali impigliati nella rete a strascico, fecero di loro un solo boccone).
Chi segue le cose calabresi sa che la ’ndrangheta da decenni (vogliamo fissare una data? Beh, diciamo stabilmente dal ’69) ha la “fissa” della massoneria con la quale cerca di “sposarsi” e di infiltrarla per inquinarla e piegarla.
LA LOCRIDE
Volete un esempio di quanto sia pericoloso il confine borderline? Ebbene nel novembre 2013 la loggia “Rocco Verduci” di Gerace, nella Locride, è stata sospesa. Ora, al bando le suggestioni giornalistiche e le dietrologie, rifacciamoci solo e unicamente al comunicato stampa ufficiale che appare sul sito del Goi, datato 11 gennaio 2014, firmato dall’ex gran Maestro d’Oriente d’Italia Gustavo Raffi e plasticamente titolato “Operazione Trasparenza”. Ebbene, il provvedimento, ufficialmente per tutelare l’immagine della loggia “Rocco Verduci”, è stato preso per «per possibile inquinamento di carattere malavitoso, gravi inadempienze e carenza assoluta di cautele” e il via agli accertamenti.
I maestri venerabili dell’Alto Ionio Reggino, dopo una serie di consultazioni, hanno infatti deciso, in considerazione “del clima particolare e della situazione contingente” che “ogni fratello di Loggia produca un certificato dei carichi pendenti e il casellario giudiziario aggiornati entro la fine del prossimo mese di gennaio 2014”. Questo nell’obiettivo “di fugare ogni qualsiasi futile strumentalizzazione dell’appartenenza alla nostra istituzione”, si legge in uno stralcio di verbale del Consiglio, tenutosi in seduta ordinaria lo scorso 27 novembre, a firma del Fratello tesoriere Romeo Bruno, del Fratello presidente Domenico Femia e del Fratello segretario Nicodemo Bruzzese» (http://www.grandeoriente.it/mondologge/2014/01/ogni-fratello-di-loggia-dovra-esibire-al-maestro-venerabile-certificato-di-carichi-pendenti-e-casellario-giudiziario-entro-fine-gennaio.aspx#sthash.oJQTbT8d.dpuf).
Non sappiamo che fine abbiano fatto la presentazione dei certificati e del casellario giudiziario dei “fratelli” ma di certo sappiamo dal sito ufficiale del Goi che quella loggia, in Calabria (pur tappezzata di compassi e grembiuli da Cosenza a Catanzaro, da Reggio a Vibo) non compare più.
La massoneria ufficiale e regolare ha tutto il diritto, il dovere e l’interesse a scoprire le mele marce (logge e/o singoli affiliati) ma sarebbe cosa buona e giusta, nonché fonte di salvezza, che riflessioni, dubbi e critiche non venissero scambiati per attacchi premeditati o mirati. Lo stesso (ex) Gran Maestro Raffi che ha firmato a fine 2013 la sospensione della loggia di Gerace e che è stato attraversato da giusta e condivisibile sete di verità, il 20 giugno 2006, dettava infatti il seguente comunicato stampa dopo il seminario su “Intrecci tra ‘ndrangheta e massonerie coperte” organizzato dalla Diocesi di Locri-Gerace: «Massoneria: Gran Maestro Raffi a Monsignor Giancarlo Bregantini “no ad accuse indiscriminate contro la Massoneria, subito un pubblico confronto per difendere l’onore dei Liberi Muratori”.
“Con profondo stupore e disappunto, ho appreso che in occasione dei corsi della Scuola di formazione all’impegno sociale e politico “don Giorgio Pratesi”, organizzati dalla Sua Diocesi, sono state profferite, quantomeno da uno dei relatori, dichiarazioni gratuite e tendenziose su inesistenti legami e commistioni tra la grande criminalità organizzata e la Massoneria.
Stigmatizzo, sopratutto, il fatto che tali dichiarazioni siano volutamente generiche, in quanto omettono scientemente nomi, circostanze e ogni riferimento a determinate istituzioni massoniche, facendo di tutta l’erba un fascio, senza neppure utilizzare l’éscamotage della distinzione tra la Massoneria ufficiale e regolare ed eventuali fenomeni deviati e devianti. E ciò al chiaro fine di aggirare responsabilità civili e penali. Al riguardo mi riservo di verificare l’opportunità di adire le vie legali, in quanto tali dichiarazioni si palesano estremamente lesive della onorabilità della Istituzione Massonica regolare del Grande Oriente d’Italia.
Mi dolgo, altresì per le affermazioni da Lei rese su fantomatiche aspirazioni a ruoli egemonici e devianti, che la Massoneria non persegue e che sono estranei ai suoi fini. Desidero rammentarLe, in ogni caso, che, in occasione dell’incontro di marzo, accettai di tenere riservati i nostri colloqui e di non insistere nella richiesta, peraltro, da Lei accettata, di misurarci in un pubblico confronto, contando sulla rispettiva stima e considerazione e sull’impegno, allora preso, a combattere, ognuno per la sua parte, i fenomeni della criminalità organizzata».
Nella lettera l’ex Gran Maestro Raffi ricorda poi l’impegno preso reciprocamente a non proseguire nelle passate polemiche, nella certezza che ogni fraintendimento fosse stato definitivamente chiarito e, quello specifico di Monsignor Bregantini «a non tenere lezioni dei corsi della Scuola di formazione su presunti ed infamanti collegamenti tra la Libera Muratoria e la ‘ndrangheta e la mafia».
Dopo aver anche ricordato la solidarietà subito espressa dal Grande Oriente d’Italia a nome di tutti i liberi muratori in occasione dei gravi atti vandalici perpetrati nei confronti di cooperative promosse dal vescovo, la lettera si concluse con la richiesta a Monsignor Bregantini, tenuto conto di quanto accaduto, di «un immediato e pubblico confronto per difendere l’onore dei Liberi Muratori del Grande Oriente d’Italia»(http://www.grandeoriente.it/comunicati/2006/06/roma-20-giugno-2006-massoneria-gran-maestro-raffi-a-monsignor-bregantini-no-ad-accuse-indiscriminate-contro-la-massoneria,-subito-un-pubblico-confronto-per-difendere-lonore-dei-liberi-muratori.aspx#sthash.sSerCjBl.dpuf).
Detto che il titolo del convegno era “legami tra ‘ndrangheta e massoneria coperte” e dunque la libera muratoria ufficiale e riconosciuta era esclusa da quelle ipotesi convegnistiche e detto che la distinzione tra la massoneria ufficiale e regolare e fenomeni deviati e devianti è tutto tranne che un éscamotage linguistico o giornalistico (visto che nel passato abbiamo, ad esempio, avuto un fenomeno chiamato P2 alla quale ha fatto seguito la legge cosiddetta Anselmi che proprio quelle deviazioni vorrebbe combattere e visto che numerose sono le indagini che cercano di fare chiarezza sui presunti legami illeciti e illegittimi e pentiti che tracciano i confini, come a esempio Antonino Belnome, ritenuto credibile dai pm), nel 2006 confronti pubblici non ve ne furono.
PROSELITISMO PUBBLICO
Confronti pubblici che, invece, a Locri, dove recentemente il sindaco Giovanni Calabrese ha invocato l’aiuto di Nostro Signore per debellare la piaga dell’assenteismo nel Municipio, sono di moda. Chissà, forse per coprire la mancanza della sede sospesa o forse perché la concorrenza va di moda anche tra i grembiulini.
Sul sito www.acaciamagazine.org., organo ufficiale della “Gludi” (Grandi logge unite d’Italia; abbiate pietà di me, con tutte queste sigle non capisco “chi è con chi” e “chi è contro chi”, come pare di capire leggendo i siti che rivendicano ciascuno la purezza del messaggio massonico) si legge infatti che «Venerdì 5 settembre alle ore 17,00 (quindi oggi pomeriggio, ndr), presso il Palazzo della Cultura del Comune di Locri, l’Accademia nazionale delle scienze esoteriche, in collaborazione con la nostra agenzia di stampa, ha organizzato una conferenza intitolata “Incontro con la Massoneria”. Vari ed interessanti argomenti saranno oggetto di approfondimento; La Massoneria nel terzo millennio – Valori e Principi – Presenza attiva nella società – La Regolarità Internazionale. Coordinerà i lavori il vice presidente dell’accademia Massimo Criscuoli Tortora. Ci auguriamo che questa iniziativa, ultima di altre già tenute in varie parti d’Italia con positivi riscontri, veda la partecipazione di giornalisti, massoni e cittadini, tutti interessati a creare un rapporto di crescita comune. Chiediamo ai nostri lettori, che desiderano intervenire, di aiutarci ad organizzare al meglio l’evento, compilando il modulo allegato ed inviarlo alle mail indicate. A Locri, dunque!».
A Locri, dunque! anche se le critiche (che dovrebbero essere sempre accettate) sono feroci. Come dimostra l’appello alla “non partecipazione” che il 2 settembre ha diffuso Maria Antonella Gozzi, consigliere di minoranza di “Impegno Trasparenza” nel Comune. Eccolo: «L’apertura delle porte della casa comunale alla massoneria consegna definitivamente al pubblico ludibrio la Città di Locri. Fatico a comprendere le ragioni di una tale “ospitalità”; tanto discutibile quanto inverosimile se, a concepirla, è addirittura un’istituzione che dovrebbe non solo garantire eguaglianza ai cittadini, ma rimuovere ogni ostacolo che limita detta eguaglianza, impedisca il pieno sviluppo della persona umana nonché l’effettiva partecipazione di tutti i lavoratori all’organizzazione politica, economica e sociale del Paese. Ed è questo il principio di uguaglianza “sostanziale” che puntualmente viene violato.
E già, perché la massoneria (o Arte Reale) nasce come un’associazione iniziatica, un patto da intendersi non come un’operatività socio-politica, ma come tensione collettiva, di tutti gli affiliati all’associazione, alla via di perfezionamento delle più elevate condizioni dell’umanità.
Ma quali siano le vie ed i canali scelti dall’organizzazione per raggiungere “le più elevate condizioni dell’umanità” è noto a tutti. E’ chiaro ai milioni di laureati ai quali master di specializzazione, qualificati corsi di formazione non bastano più per accedere dignitosamente al mondo del lavoro. E’ chiaro alle aziende, pubbliche e private. E’ chiaro anche allo Stato che, quando ha di fronte a sé la possibilità di trattare interessi di un certo spessore, non solo chiude un occhio, ma tende anche la mano.
La sala consiliare è sacra, il suo “altare” profanato invoca una ribellione collettiva. E la prima forma di protesta è la non partecipazione. Il mio appello, finalizzato al recupero di etica e moralità e contro ogni loro devianza, è quello di invitare i cittadini di Locri ad affrancare, da questa iniziativa, il luogo istituzionale deputato al dibattito e alla dialettica politica.
Nessuno, Carta Costituzionale alla mano, può impedire alla massoneria di riunirsi segretamente e perseguire i propri obiettivi. Allo stesso tempo, la vogliamo fuori dalla casa comunale».
Chissà, magari, invece che scrivere a Gesù Cristo, Calabrese avrebbe potuto rivolgersi a qualche Maestro Venerabile per sanare la piaga dell’assenteismo!