I dialoghi sulla massoneria tra il boss Nicolino Grande Aracri e il contabile della famiglia Marrazzo

Cari amici di questo umile e umido blog, da ieri do conto dell’ordinanza di custodia cautelare firmata il 3 ottobre dal gip di Catanzaro Antonio Battaglia, che ha accolto le richieste avanzate dai pm Vincenzo Luberto e Domenico Guarascio, con la supervisione del Procuratore capo, Nicola Gratteri.

L’operazione è stata battezzata Six Towns ed è stata condotta dai Carabinieri del Comando provinciale di Crotone agli ordini del colonnello Salvatore Gagliano (che si è avvalso del concorso di unità territoriali di Cosenza e speciali eliportate dei Cacciatori e del Goc di Vibo Valentia quelli di Cosenza) e dalla Squadra mobile e della divisione Anticrimine di Catanzaro guidata da Antonio De Santis, con il concorso delle Squadre mobili di Crotone e Cosenza e del Reparto prevenzione crimine Calabria. L’operazione prevede l’arresto di 36 persone, tra capi e gregari, affiliati alla famiglia Marrazzo, attiva nella provincia di Crotone e con ramificazioni nella provincia di Cosenza e in Lombardia. Tra i reati contestati, figura l’omicidio, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, estorsione, favoreggiamento, ricettazione e numerosi delitti in materia di armi.

Ieri ho iniziato a raccontarvi dell’ennesimo filone della “massomafia” ma, per questo, rimando doverosamente ai link a fondo pagina.

Oggi proseguo con la trascrizione del dialogo – di cui dà conto l’ordinanza – tra il boss Nicolino Grande Aracri (dominus criminale non solo nella provincia di Crotone ma su per li rami fino a Reggio Emilia, con ramificazioni nel Mantovano e nel Bresciano) e l’indagato (nell’operazione Six Towns) Sabatino Domenico Marrazzo (sul cui profilo rimando al servizio di ieri che trovate a fondo pagina). Il discorso si focalizza sulle logge massoniche alle quali, lo stesso Nicolino Grande Aracri e Sabatino Domenico Marrazzo sono per la Dda formalmente appartenenti.

Lo stesso Nicolino  Grande Aracri  parla della sua investitura: «E lì ci sono proprio sia ad alti livelli istituzionali e sia ad alti livelli di ‘ndrangheta pure».

Referente qualificato nel confronto sule logge massoniche è Sabatino Domenico Marrazzo il quale chiede al boss: «tu hai l’investitura? »  Grande Aracri risponde: «si…dei Cavalieri di Malta…»..

Sabatino Domenico Marrazzo parla poi della sua investitura:  «io…l’ho fatta a Roma…l’investitura…inc…” –  “si…dei Cavalieri di Malta…” –  “no…è stato troppo…e una cosa …più sul …non è stato …sul…” –  “si…ci hanno dato il tesserino…ci hanno dato l’investitura…ci hanno dato le spade…ci hanno dato il mantello…ci hanno dato…tutto…” – “i fregi…tutto quello che c’era…eh…io l’ho detto poco prima»..

Poi lo stesso Sabatino Domenico Marrazzo spiega a Nicolino Grande Aracri che la loggia: «noi l’abbiamo a Crotone e l’abbiamo a Rocca di Neto…” – “la nostra fa parte di Vibo…Vibo Valentia…inc…” – “va bene …con Catanzaro e proprietario di Cosenza …però…io…siccome ho partecipato …a centinaia di …di riunioni …dei Massoni di Cosenza …oggi…tre o quattro …Nicò…che sono …in trenta paesi …sono quelli …quelli buoni…».

Gioco facile per il Gip concludere che «il summit a cui ha preso parte Marrazzo Sabatino Domenico, già “contabile” del locale di Belvedere Spinello, rispecchia la peculiarità delle associazioni criminali più evolute quali la ‘ndrangheta, caratterizzata dagli obiettivi perseguiti: l’acquisizione di potere e ricchezza. Ovviamente il potere economico alimenta ed accresce il potere criminale consentendo ai sodali di acquisire spazi sempre più ampi nel tessuto sociale ed economico con la sistematica violazione delle regole e con la forza di intimidazione che da esso promana.  La conseguente alterazione delle regole dell’impresa e di mercato rappresenta un fattore di forte inquinamento per l’economia legale locale, con conseguente rischio di concreta alterazione dell’ordine pubblico, dell’economia pubblica, della libertà di esercizio dell’iniziativa privata e del corretto funzionamento del mercato» (pagina 557 dell’ordinanza).

Più chiaro di così…

r.galullo@ilsole24ore.com

2 – the end

(si legga anche

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2016/10/20/a-crotone-il-contabile-non-ha-tempo-per-giocare-con-la-ndrangheta-e-si-butta-anima-e-corpo-nella-massoneria/

e

http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2013/03/11/sistema-criminale-in-calabria-6-zu-luni-mancuso-la-ndrangheta-fa-parte-della-massoneria-deviata-le-m/)

  • cesare de gasperis |

    “una loggia massonica vuol dire unire le forze per sostenere ideali imprenditoriali e
    creare sistema” ….

    Accattivante prospettiva liberista che fa di una Loggia Massonica un qualcosa che si pone tra una “Confindustria del Libero Pensiero” e “La Lega delle Cooperative sotto squadra & compasso”.
    Se chi scrive lo fa per “conoscenza diretta” di come funzionano le cose dalle sue parti, resta comunque difficile da comprendere se trattasi di una volenterosa difesa di un certo modo di concepire la Massoneria o di uno specifico atto di accusa verso di essa .
    Se il principio massonico aspira all’universalità ( almeno così si dice tra gli addetti ai lavori) , mi sfugge il senso esoterico del “famiglie radicate meridionali cerchino di unirsi nel creare una solidarietà costruttiva nel sostenere le proprie aziende” ….

    Ma a volte il “Non capire” non è detto che non sia un bene .

    A margine sull’America …. Diceva Abramo Lincoln :
    “L’America non sarà mai distrutta dall’esterno. Se cadiamo e perdiamo le nostre libertà, sarà perché ci siamo distrutti da soli.”

    La Storia tramanda che fosse uno che conosceva i suoi pollacchiotti .

  • attilio |

    far parte della massoneria non vuol dire essere mafiosi.
    una loggia massonica vuol dire unire le forze per sostenere ideali imprenditoriali e creare sistema se con allusione a una loggia massonica si e mafiosi e delinquenti , allora vuol dire che gli americani sono tutti dei delinquenti.
    che famiglie radicate meridionali cerchino di unirsi nel creare una solidarietà costruttiva nel sostenere le proprie aziende e una cosa positiva che poi membri non identificati o identificati siano criminali quello e unaltra cosa.

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