Una giornata di ordinaria corruzione a Monza, Roma e Caserta. Questa è l’Italia trivellata dagli italiani

Si deve alla Guardia di finanza una fotografia impietosa che – a voler pensar male – sembrerebbe scattata apposta per immortalare un Paese marcio da nord a sud (o viceversa).

Anche a pensar bene, però, la conclusione è la stessa e dunque non resta che prendere atto che mentre la politica si arrovella sul vuoto, gli italiani corrotti e corruttori trivellano l’Italia.

Cominciamo dal nord, con l’operazione che è stata battezzata Villa Munda, condotta dalle Fiamme gialle di Seveso e coordinata da Franca Macchia, sostituto procuratore della Repubblica a Monza.

Qui Monza

I militari della Gdf hanno sequestrato preventivamente beni immobili e disponibilità finanziarie per 3,3 milioni, equivalenti ai profitti illeciti che sarebbero stati conseguiti da vari soggetti coinvolti nell’acquisizione, da parte del comune di Varedo (Monza Brianza), di Villa Bagatti Valsecchi, un complesso immobiliare di fine ottocento, che è anche stato uno dei quattro padiglioni lombardi “fuori Expo”.

L’operazione ha svelato l’accordo illecito stretto tra la parte privata venditrice (una società di Milano) e un consigliere comunale del Comune di Varedo (architetto),  che avrebbero sovrastimato più del doppio il valore dell’immobile grazie alla perizia di un professionista compiacente.

Secondo l’ipotesi accusatoria l’amministratore pubblico ha operato in conflitto di interessi nel duplice ruolo di consigliere comunale, presidente della Commissione risorse territoriale del Comune e di consulente incaricato dalla società privata aspirante venditrice del compendio immobiliare, in contrasto con il dovere d’imparzialità.

Il valore esorbitante attribuito all’immobile (sei milioni) è emerso dai documenti sequestrati dagli investigatori nel corso delle perquisizioni. Nel 2009 era stato lo stesso consigliere comunale ad aver valutato, in una “perizia di stima” da lui redatta, il complesso Villa Bagatti per un importo di tre milioni. Il bene, inoltre, era stato assicurato nel 2007 con una polizza contro l’incendio e responsabilità civile per un valore ancora inferiore.

La Gdf, oltre a trovare dei memorandum con la descrizione del progetto di cessione della villa, che è stato poi effettivamente realizzato, ha ricostruito il flusso di denaro (300 mila euro) versato dalla proprietà dell’immobile al consigliere comunale come corrispettivo per l’interessamento illecito nella trattativa e nel procedimento amministrativo sfociato poi nella vendita del bene.

Qui Roma

Nella Capitale immorale di un Paese amorale, con l’operazione chiamata “Tavolino in centro”, ben 100 finanzieri del Comando provinciale hanno eseguito tre arresti: due imprenditori e di un appartenente al Corpo di Polizia locale . Gli indagati sono otto. L’allegra combriccola era dedita alla commissione seriale di episodi corruttivi. L’indagine ha svelato il totale asservimento di alcuni pubblici ufficiali infedeli all’interesse di privati imprenditori che avevano importanti attività commerciali.

Il vigile urbano arrestato, in cambio dei servizi illeciti, secondo l’ipotesi accusatoria, insieme ad alcuni colleghi, avrebbe ottenuto promesse, denaro e altri benefici economici, come ad esempio, la promessa di assunzione, nella zona di Catanzaro, di una persona indicata dal vigile urbano, casse e bottiglie di vino, ticket restaurant, consumazioni gratis.

In cambio, il vigile e i compari, avrebbero rivelato in anticipo, agli imprenditori le tempistiche di svolgimento dei controlli presso i loro locali nel centro storico, bloccato gli accessi ispettivi o assicurato che fossero operati con elasticità, effettuato accessi abusivi alle banche dati informatizzate delle Forze di polizia.

Tanti i favori concessi: occupazione di suolo pubblico oltre i limiti, svolgimento di attività violando le norme in materia di fumi ed emissioni, vantaggi nel poter pubblicizzare l’attività con cartellonistica non consentita, fino alla più grave e pericolosa esecuzione di lavori su immobili di interesse storico, senza le autorizzazioni.

Qui Caserta

Sempre ieri la Gdf di Caserta e la Squadra Mobile della Questura di Caserta hanno arrestato un imprenditore casertano, quattro ufficiali dell’Esercito e due funzionari civili in servizio presso il ministero della Difesa, X Reparto infrastrutture di Napoli.

Le attività di indagine, coordinate dalla Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere, hanno consentito di acquisire un grave quadro indiziario a carico di un colonnello, tre Tenenti colonnello, un Ufficiale rogante e un addetto amministrativo, oltre all’imprenditore, per numerosi episodi di corruzione aggravata e turbata libertà degli incanti.

Le indagini hanno consentito di svelare un numero cospicuo di episodi di corruzione tra l’imprenditore, gli ufficiali ed i funzionari, per effetto dei quali, secondo l’impianto accusatorio, l’imprenditore sarebbe riuscito ad aggiudicarsi, turbando la libertà degli incanti, una serie di appalti banditi dal ministero della Difesa.

Le elargizioni dell’imprenditore a beneficio dei pubblici ufficiali sarebbe stata sempre del 10% del valore dei contratti stipulati tra le società a lui riconducibili e il ministero (X Reparto).

Prendiamone atto: l’Italia è questa. Non da ieri. Non per colpa della politica. Per colpa nostra.

r.galullo@ilsole24ore.com