Reggio Calabria/ 4 Il caffè è amaro e l’acqua (quando c’è) è più salata: una città alla frutta

Amati lettori di questo umile e umido blog, da due giorni scrivo dell’operazione con la quale, la scorsa settimana, i finanzieri del Comando provinciale di Reggio Calabria (agli ordini del colonnello Alessandro Barbera), hanno sequestrato prima, e confiscato poi, un patrimonio mobiliare, immobiliare e societario, per un valore di circa 10 milioni, nei confronti dei Lavilla (il padre Giuseppe e i figli Antonio e Maurizio), noti imprenditori reggini ritenuti da investigatori e inquirenti organici proprio alla cosca Tegano.
Per i tre articoli scritti finora rimando ai link a fondo pagina e oggi riparto con una riflessione che potete (se credete) prendere come un gioco ma che gioco non è.

Abbiamo infatti visto – nei giorni scorsi – che la distribuzione e la commercializzazione del caffè (abituale rito degli italiani) a Reggio Calabria va di traverso ai reggini onesti. Quanto meno per la quota parte di caffè che veniva distribuita e commercializzata negli uffici pubblici, negli ospedali e nelle strutture private da parte della società che è stata confiscata alla famiglia Lavilla (padre e due figli) ritenuta contigua alla cosca Tegano del rione Archi. Scrivi Tegano e leggi De Stefano, perché le due cosche sono pappa e ciccia o, se preferite, culo e camicia. O – per chi sa leggere le cose a Reggio – sopruso e morte.

Ma se i reggini onesti non possono godersi un caffè nella pausa lavoro o a fine pasto, non gli va certo meglio con l’acqua.
Che costa cara. Quando arriva, alla luce delle perdite idriche consistenti e di un’imprenditoria (l’ultima volta straniera) che ha preferito darsela a gambe piuttosto che avere a che fare con la Calabria.
Quando c’è. Già, perché non sempre arriva, al punto che il Comune – traggo testualmente dal sito Internet – ha attivato il servizio “Emergenza acqua” grazie al quale «un’equipe tecnica raccoglierà ogni giorno tutte le segnalazioni per la carenza o la mancanza d’acqua ed altre disfunzioni sulle reti idriche e predisporrà con la massima urgenza ogni intervento possibile, comunicandone all’utente tempi e modi. Allo stesso numero 09656666 potrà essere richiesta l’autobotte comunale che effettuerà il servizio anche il sabato e la domenica. Si comunica inoltre che l’autobotte comunale potrà fornire di acqua solo le utenze che sono dotate di serbatoio e a patto che le abitazioni siano facilmente raggiungibili dal mezzo».
I comunisti italiani – che oltre a essere brutti, sporchi e cattivi sono anche rompicoglioni e per questo, pur non essendo mai stato comunista e mai lo sarò, li ammiro per molte battaglie che conducono dal loro “rifugio” calabrese – si sono divertiti a fare quattro conti con la calcolatrice sul ciclo idrico, mettendo a confronto le tariffe 2015 (quota fissa, prezzo al metro cubo, depurazione e scarichi) di Polistena (città nella provincia di Reggio amministrata dai comunisti sporchi, brutti e cativi) e Reggio Calabria, città formalmente amministrata da Pd e centro sinistra, come prima lo era formalmente dal centrodestra, in realtà amministrata dal Pur (Partito unico della regione). Lo scrivo da anni, nulla di nuovo.
Se i conti dei comunisti italiani di Reggio Calabria sono giusti, a Polistena il consumo per 500 metri cubi (che è il consumo medio-alto di una famiglia tipo) è di 462,83 euro all’anno. A Reggio Calabria è di 1.112,68 euro all’anno, vale a dire molto più del doppio. A Polistena l’acqua costa 0,0009 euro a bicchiere mentre a Reggio Calabria costa 0,002 euro a bicchiere (che, va comunque ricordato, è un costo nella media italiana).

Nonostante tutto i reggini devono essere contenti e vivere felici. Perché loro almeno il gas metano ce l’hanno. A pochi chilometri di distanza, su per il litorale che sale nella provincia di Cosenza e lungo i centri abitati che si inerpicano verso le porte del Parco Pollino, manco quello c’hanno! Lo attendono da appena 40 anni!
Insomma Reggio Calabria non è ancora alla canna del gas… anche se è alla frutta.

R.GALULLO@ILSOLE24ORE.COM
4 – to be continued (per le precedenti puntate si vedano

Reggio Calabria/1 Dda, Tribunale e Gdf mandano il caffè di traverso alle cosche De Stefano e Tegano

Reggio Calabria/2 Il matrimonio del rampollo, giovin imprenditor, che rafforzò il legame con la cosca Tegano

Reggio Calabria/ 3 Scarpe, giochi, casa e caffè: chi è contiguo alla cosca De Stefano-Tegano veste, svaga, dà un tetto e ristora la città


e anche
http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2015/07/09/giuseppe-de-stefano-dottore-lombardo-reggio-calabria-cammina-sulle-nostre-scarpe/)