Scopelliti’s version/3: «Mi son preso per 4 anni la prima pagina sui giornali» – Poi si “diverte” su Naccari Carlizzi Demetrio (Ncd)

Cari amici lettori, da due giorni sto sintetizzando la puntata di Perfidia, andata in onda la scorsa settimana su ReteKalabria, canale 19 del digitale terrestre, come sempre con la brillante conduzione di Antonella Grippo e nella quale erano ospiti, tra gli altri, l’ex Governatore Giuseppe Scopelliti, l’ex assessore e consigliere regionale Francescoantonio Stillitani (dimessosi il 6 settembre 2013) e il direttore dell’Ora della Calabria Luciano Regolo.

Ieri abbiamo visto alcuni riflessi della politica nazionale e locale, mentre martedì abbiamo visto come l’ex Governatore della Regione Calabria Giuseppe Scopelliti consideri l’agenda del mondo dell’informazione e della libertà di stampa. Tutto legittimo, ci mancherebbe.

Oggi torniamo sul mondo dell’informazione e della libertà di stampa (tema a me carissimo) perché ne vale davvero la pena. Credo infatti che per un giornalista sia doveroso rappresentare solidarietà a dei colleghi in difficoltà (lo faccio indipendentemente dalla testata e lo farei per qualunque testata).

Lo spunto (ma nell’aria già bolliva da tempo) per arrivare alle vicende dell’Ora della Calabria è nato da una domanda di Regolo. Questa: «Perché vi siete opposti al prolungamento del commissariamento di Reggio Calabria?»

Una domanda logica come è logica la perfezione di un calcio di Totti ma per Minculpop-Scopelliti (come ad un certo punto ha suggerito Regolo) no. Trattasi di lesa maestà.

CIO’ CHE RISCHIA UN GIORNALISTA

A proposito: lo sapete che semmai un giornalista dovesse pubblicare stralci della relazione sul prolungamento del commissariamento (considerato da Viminale atto “riservato”), potrebbe essere indagato dalla Procura per concorso in abuso d’ufficio o (come accade sempre più spesso) per ricettazione, rischiando da 2 a 8 anni di carcere? Ovviamente ignorando la Costituzione (articolo 21), la Ue e tutte le pronunce della Corte europea dei diritti dell’Uomo ma tant è. E dobbiamo aspettare che sia la Cassazione, magari a sezioni unite, a pronunciarsi sulle eventuale condanne che dovessero riportare in primo grado e/o in appello i colleghi che si trovano ad affrontare questa sciagura.

Ora vi chiedo amati lettori reggini (ma il discorso vale, ad esempio, per quelli di Sedriano, in provincia di Milano): ma vi sembra logico che voi non sappiate perché vi è stato prolungato di sei mesi il commissariamento, qual è il contenuto di quella relazione che vi porta in casa dei commissari anziché dritti alle urne? Vi siete mai interrogati sul fatto che la conoscenza è potere e dunque, attraverso la “riservatezza”, gli atti sono patrimonio di pochissimi mentre la massa resta nell’ignoranza? Vi sembra logico che se un giornalista scrivesse del contenuto di quegli atti potrebbe essere trattato come la peggiore genia di delinquenti ricettatori?

Aprite gli occhi reggini, per Dio! Scendete in piazza non per contare le quattro pecore che contraddistinguono i presunti movimenti antimafia (!) ma per farvi appendere nell’Albo pretorio quella relazione in ogni suo singolo passo e per difendere il vostro sacrosanto diritto all’informazione! O scendete in piazza (virtuale o no) per pretendere che i giornalisti che possono accedere agli atti e ne possano dare conto senza rischiare la galera (c’è anche l’ipotesi di arresto immediato!), per difendere il diritto all’informazione ed esercitare quella libertà di stampa che è scolpita nella Costituzione, per Dio!!!

TORNIAMO A NOI

Ma torniamo a quella logica domanda di Regolo sul perché Scopelliti si fosse opposto al prolungamento del commissariamento (su questo umile e umido blog da anni e anni scrivo della necessità di commissariare la Calabria e accompagnare gli enti locali anche dopo lo scioglimento e ora se ne accorgono o lo dicono anche altri. Ma benvenuti lorsiori!).

Ecco come risponde Scopelliti: Sai cosa mi ha detto il vicedirettore di Calabria Ora un anno fa? Naccari Carlizzi era una nostra fonte. Fammi divertire su questo…

Già, Scopelliti vuole divertirsi con Ncd, che a questo punto non è l’acronimo di Nuovo centro destra (suo partito) ma di “Naccari Carlizzi Demetrio”. Detto che ognuno si diverte come vuole e detto che a difendere Naccari Carlizzi non mi passa neanche per la capa perchè non è il mio compito, Antonio Di Pietro direbbe: “ma che c’azzecca?” Tra l’altro, giusto per la cronaca, l’ex vicedirettore dell’Ora della Calabria, Davide Varì, ha espressamente e pubblicamente negato di aver mai parlato in vita sua con Naccari Carlizzi e lo stesso Naccari Carlizzi (vera e propria ossessione di Scopelliti) ha telefonato per la prima volta in vita sua a Varì il 30 aprile, dopo aver letto sulla cronache locali di essere (a sua insaputa) una fonte del giornale allora diretto da Piero Sansonetti (fonte: 1° maggio, www.zoomsud.it). Tra l’altro, piccola lezione di giornalismo all’“editorialista” Scopelliti (non scherzo: è quanto si legge sul sito ufficiale della Regione Calabria con riguardo al suo curriculum vitae). Nessun giornalista, neppure il più scalcagnato di questa terra, rivelerebbe mai (neppure sotto tortura) il nome di una fonte. E Scopelliti è riuscito a farsi dire (non sappiamo se addirittura spontaneamente) una cosa del genere da un vicedirettore di un quotidiano? Ma  mi facci il piacere direbbe il grande filosofo Totò….Se fosse vero bisognerebbe bandire Varì a vita dall’Albo!

VUOI TU INDIRIZZARE….

Ecco come continua il dialogo tra Regolo e Scopelliti.

Luciano Regolo: mi sarei aspettato…

Giuseppe Scopelliti: non hai la certezza della prova di una telefonata…tu al momento non hai una sola certezza che Gentile abbia…

Antonella Grippo: vuoi indirizzare a Luciano Regolo da questi microfoni i sensi della tua più avvertita solidarietà e vicinanza per il momento che stanno vivendo all’Ora della Calabria

Giuseppe Scopelliti:…eehhhh ma guarda se mi prendi, se mi faccio portare l’ipad ti faccio vedere cosa scrivono quelli dell’Ora della Calabria sulle mie dimissioni…C’è un problema…sto mandando un messaggio urgente e vi chiedo scusa a Dorina Bianchi. Per carità …Io sono per la libertà d’informazione

Antonella Grippo: dagli la solidarietà…la solidarietà

Giuseppe Scopelliti: però qui io vorrei capire una cosa. La libertà d’informazione sicuram
ente è giusto che venga garantita a tutti ma stiamo parlando di un problema mi pare di capire, Luciano
(Regolo, ndr), che la testata di Calabria Ora debba dare non so quanti milioni allo stampatore…Giusto? …Mi sono preso per quattro anni, ogni giorno quasi, la prima pagina senza minacciare nessuno, non ho mai minacciato nessuno…Luciano è stato calato in questa realtà non conoscendo gli uomini e deve fare attenzione a chi frequenta perché

Luciano Regolo: ma io frequento bene e sai perché? Perché sono un uomo libero e sono libero da logiche che qui…

 

FAI ATTENZIONE!

E così Scopelliti dà dell’ingenuo a Regolo (non posso usare altri termini) e insiste, insiste, insiste…

Giuseppe Scopelliti: devi fare attenzione alle logiche…E’ un consiglio. Devi fare attenzione quando dici queste cose

Luciano Regolo: il diritto non ha deroghe…ci sono 70 persone licenziate…Violazioni sindacali, oscurato un sito…Diritti calpestati. Tu te la senti di esprimere solidarietà a queste famiglie che hanno perso il posto di lavoro? Ma come la pensi te?

Giuseppe Scopelliti: Ma scusa…a te ma dimmelo a me? Mi hanno insegnato una cosa. Tu mi insulti ogni giorno sul tuo giornale…

Luciano Regolo: no io non ti insulto…

Giuseppe Scopelliti: ma come no? Ogni giorno hai fatto di tutto…Dopo che hai finito, per farti un po’ di propaganda, per vendere mille copie in più, questo è il limite dei giornali in Calabria, dopo che hai finito di attaccare Gentile, hai cominciato ad attaccare Scopelliti, adesso attacchiamo Scopelliti…Io debbo dare la solidarietà a te sulla base di quali considerazioni? La stampa libera? Quale libera…

Luciano Regolo: se tu leggessi gli hashtag che scrivono su di te, la gente è satura di gente come te…Io mi auguro che la gente calabrese si svegli e capisca che non può più prendere essere presa per i fondelli…

Giuseppe Scopelliti: da chi? …Io sono testimone di De Rose che diceva a Citrigno: “mi devi dare 1,5 milioni io non ti posso più stampare il giornale…”io lo metto nel mezzo…io faccio politica…non è un problema mio…

Luciano Regolo: stai facendo politica anche così

Antonella Grippo: non ti vuole esternare i sensi della solidarietà. Punto. Basta.

Giuseppe Scopelliti: ma non è un fatto di solidarietà….La solidarietà la si può esprimere a quei giornalisti che hanno un problema e che rimangono a casa…dopo di che ma anche io posso stampare un giornale con Francesco (Stillitani, ndr) e non posso dire che dopo 10 giorni che ho aperto un giornale, dopo un anno non riesco a mantenerlo e la colpa è dello stampatore

Luciano Regolo: stai dicendo delle sciocchezze.

Giuseppe Scopelliti: la solidarietà e la libertà di stampa è garantita per quel che mi riguarda e lo faccio ogni giorno con rispetto nei confronti dei giornalisti…

Antonella Grippo: se chiudesse il Corriere della Calabria? Ti piace la lettura del Corriere della Calabria e di Pollichieni…ti piace…la mattina ti mette di buon umore?

Giuseppe Scopelliti: ogni tanto leggo anche quel giornale online, mi documento… non mi appassiono molto…Nei confronti di chi prova odio verso di me…non mi appassiono…il tempo, la giustizia arriva per tutti…non si può pensare di controbattere…la giustizia arriva per tutti, tutti quanti bisogna avere fede, dobbiamo avere speranza che si possa cambiare perché capito, perché qui tu paghi le tasse? Io pure…

 

IL MONOLOGO

Fine delle trasmissioni. Abbiamo capito, con quest’ultima puntata (in attesa delle prossime) che Scopelliti ama la libertà di stampa purché non lo si critichi, ama i giornalisti purché non scrivano della Reggio che tutti vedono tranne lui e i suoi sodali, ama il diritto all’informazione purché sia a cura del suo ufficio stampa. Tutto legittimo perché, sappia Scopelliti, che la liberta di pensiero gli è consentita perché in Italia esiste ancora la democrazia che passa anche e soprattutto attraverso la libertà di stampa. E bene ha fatto Emiliano Morrone (punto fermo della trasmissione) a chiudere così il suo bel monologo: «…Il silenzio è una categoria dello spirito in Calabria, dove la politica vive di annunci e , mentre i giornali seguono con passione; come se le dimissioni di un governatore prossimo alla sospensione potessero cambiare le sorti di una terra di emigrazione, controllo del lavoro da parte di politica e ‘ndrangheta – che a volte sono la stessa cosa – e rischio perpetuo negli ospedali.

“Sta cazz’i notizia” che la Calabria è “mmienzu na via” – per citare un ignoto fisarmonicista rumeno – non occuperà l’attenzione delle nostre coscienze, perché tutto è già scritto e non scritto, e a noi non resta che chinare il capo o prendere la valigia e partire.

Oppure, forse, alzare la testa, alzare la voce e… alzare la penna».

r.galullo@ilsole24ore.com

3 – the end (per le precedenti si legganohttp://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2014/05/scopellitis-version1-quella-tra-gentile-e-de-rose-una-telefonata-intima-tra-due-vecchi-amici-lagenda-dettata-al.html e http://robertogalullo.blog.ilsole24ore.com/2014/05/scopellitis-version2-quando-fui-condannato-berlusconi-mi-ha-chiam%C3%B2-ma-ero-in-taverna-il-macigno-di-c.html)