Sacro e profano a Palmi: il pizzo ai commercianti scritto su una pagina del calendario di Padre Pio, nascosta negli slip!

Cari amici di blog, da qualche settimana sto raccontando alcuni particolari del decreto con il quale sono stati fermati 4 indiziati di delitto che gravitano a vario titolo, secondo la Dda di Reggio, intorno al clan Gallico di Palmi. Gli indagati sono accusati di associazione mafiosa e tentata estorsione aggravata commessa in danno di operatori economici. L’operazione è stata condotta dai pm Michele Prestipino, Roberto Di Palma, Adriana Sciglio e Giovanni Musarò.

Ho già raccontato (delle presunte talpe tra i Carabinieri sulle quali, «verosimilmente» sempre secondo la Procura, potevano (possono?) contare le cosche Gallico e Bellocco. Poi ho raccontato delle nuove leve della criminalità palmese e del coraggio di alcuni imprenditori (si vedano post in archivio).

Oggi, invece, tratto un aspetto che può essere considerato “minore” ma non lo è se letto alla luce di quel connubio perverso e malato che esiste tra ‘ndrangheta e religione.

Sia chiaro, davvero questa è una spigolatura ma – a mio modesto avviso – interessante.

Noncuranti della sacralità dei Santi, infatti, i presunti estorsori della cosca Gallico annotavano le somme da riscuotere presso commercianti e imprenditori palmesi sui fogli di un calendario di Padre Pio. Il bello (si fa per dire) è che i calendari con i Santi tappezzano – solitamente – le case dei mafiosi, che li accompagnano con quadri, statuine, candele votive, libri sulla religione e chi più ne ha più ne metta. Un vero delirio parabigotto.

Sacrilegio? Per chi crede sì, per i laici no ma sono sicuro che anche questi ultimi non apprezzeranno questa spavalderia “malata”.

Ma veniamo al racconto.

Il 7 dicembre 2011 una serie di palmesi noti alle Forze dell’Ordine viene sottoposta a perquisizione dopo un colloquio con un familiare, detenuto nel carcere di Palmi. L’esito permette a investigatori e inquirenti di acquisire elementi utili ai fini investigativi. In particolare, verranno sequestrati 5mila euro, provento per investigatori e inquirenti delle attività illecite della cosca Gallico e un foglio di un calendario sul quale erano stati appuntati, per la Procura, i nomi di alcuni imprenditori palmesi e le somme da essi dovute.

La perquisizione era a colpo sicuro perché poco prima era stato intercettato il colloquio in carcere. Nel corso del dialogo, il detenuto, utilizzando un tono di voce sommesso, comunicazione labiale e atteggiamento circospetto (questo è quanto si legge nel provvedimento), invitava i congiunti a recarsi presso l’abitazione della fidanzata e rimuovere «alcune cose». Tra queste «una pagina di calendario».

«Un foglio solo è….La c’è tutto…e pure i nomi! »: questo è quanto riescono a ricostruire, leggendo anche il labiale, gli analisti della Procura, in bocca al detenuto. «Parlando con tono di voce sommesso e con l’ausilio del linguaggio labiale – si legge infatti a pagina 87 del decreto di fermo – comunicava ripetutamente ai congiunti che in giro (testuale: "pedi pedi") “ci sono cento”, evidentemente riferendosi alla somma che, complessivamente, avrebbe dovuto incassare dall’attività estorsiva in atto nei confronti di numerosi imprenditori e commercianti palmesi (€ 100.000,00)».

Un bel gruzzoletto (se vero), non c’è che dire.

NEGLI SLIP!

A questo punto, dopo che i familiari e gli amici sono usciti dal carcere, la Polizia di Stato li segue passo passo, lascia che entrino ed escano dalle abitazioni e li perquisiscono. Addosso a una minorenne trovano, tra le altre cose «un foglio di calendario relativo al mese di dicembre 2011 con delle sigle e delle e somme di denaro annotate in corrispondenza di alcuni giorni. E’ opportuno precisare che il predetto foglio era celato all’interno degli slip della ragazza, la quale, nel momento in cui veniva resa edotta che sarebbe stata sottoposta a perquisizione personale, lo consegnava spontaneamente all’assistente capo» della Polizia.

«Alla luce del rinvenimento di tale documento – si legge a pagina 91 del decreto di fermo – gli operatori di Polizia domandavano alla ragazza il motivo per il quale lo avesse occultato, chi glielo avesse dato, a chi fosse destinato e il significato delle sigle e delle somme riportate; domande di fronte alle quali si trincerava dietro il silenzio e non forniva alcuna spiegazione» ma investigatori e inquirenti riusciranno comunque a decifrare tutte le scritte, risalendo ai nomi dei commercianti costretti a versare il pizzo e alla quantità delle somme da versare.

Profetica – per chi crede nella Giustizia terrena oltre che in quella celeste – una delle tre frasi riportate in quel foglio di calendario di dicembre 2011, fotografato a pagina 90 del decreto di fermo, del Santo da Pietrelcina: «Se Dio non ti ha abbandonato nel passato come potrà abbandonarti per l’avvenire?». Vallo a spiegare ai Gallico!

4– the end (le precedenti puntate sono state pubblicate il 24, 30 e 31 ottobre)

r.galullo@ilsole24ore.com

  • Enzo Infantino |

    L’indifferenza e la paura possono uccidere la speranza di un futuro migliore per Palmi
    In questi giorni stanno emergendo alcuni particolari che hanno portato la DDA di Reggio Calabria ad emettere ordinanza di fermo in carcere per alcuni presunti affiliati alla cosca gallico.
    Al di là del preoccupante quadro accusatorio ciò che qui mi preme sottolineare sono due aspetti di tipo comportamentale che sono emersi a seguito dell’inchiesta.
    Il primo riguarda il valore civile e il coraggio dimostrato dagli imprenditori che, tramite la loro denuncia, hanno aperto uno squarcio al velo di omertà che per anni ha avvolto la nostra comunità anche se, è bene ricordarlo, a Palmi il primo a rompere il muro del silenzio fu Gaetano Saffioti che con le sue dichiarazioni fece partire l’inchiesta denominata Tallone d’Achille che portò alla condanna definitiva di diversi esponenti della cosca gallico. Dunque, per questa ragione, come peraltro ho fatto pubblicamente di recente, verso questi imprenditori esprimo i miei sentimenti di gratitudine e solidarietà.
    Il secondo aspetto (che va indagato molto attentamente) riguarda la (non) reazione della cosiddetta società civile palmese alla notizia degli arresti avvenuti grazie alla collaborazione con la giustizia di alcuni nostri concittadini.
    Il nostro si sa è un popolo incline alla indifferenza rispetto a certi fatti criminosi. Antonio Gramsci scriveva che “L’indifferenza è abulia, è vigliaccheria, non è vita. L’indifferenza è il peso morto della storia”.
    La nostra comunità ha subito per anni la violenza di una terribile faida che seminò morte e terrore nelle nostre strade, nei nostri quartieri, nei nostri vicoli, nelle nostre campagne. Quella fu una pagina nera della storia della città con la quale però non abbiamo mai voluto fare i conti. Non ricordo una manifestazione tesa ad esprimere una profonda e radicale indignazione verso lo sfregio che stava subendo la città. Ci siamo sempre girati dall’altra parte come se quei morti, alcuni innocenti come Rossella Casini e Giuseppe Borrello, non ci riguardassero.
    Fu, però, in quel periodo che si instaurò nella testa della gente il sentimento umano della paura. Ma la paura e l’indifferenza alimentano il potere e la sopraffazione della criminalità organizzata.
    Per questo speravo che, indipendentemente dall’esito dell’indagine, le forze politiche e sociali, le associazioni ( che a Palmi sono molto attive ) e la chiesa esprimessero una parola di solidarietà e vicinanza verso chi ha deciso di collaborare con la giustizia. Speravo che finalmente si sollevasse una voce forte e decisa di sostegno agli imprenditori e di ferma condanna alla prepotenza della criminalità organizzata.
    Ancora una volta, però, debbo amaramente constatare come all’azione meritoria della magistratura e delle forze dell’ordine, che in questi anni hanno inferto pesanti colpi alla ndrangheta, non si è accompagnata una generale presa di consapevolezza.
    In questo difficile contesto brilla il desolante e preoccupante silenzio del sindaco e della sua amministrazione che continuano imperterriti a non dire nulla sulla vicenda. Se mi trovassi al loro posto avrei convocato un consiglio comunale straordinario per far sentire la vicinanza del massimo consesso cittadino ai quei nostri concittadini e per dire loro che, qualora l’inchiesta dovesse approdare in un’aula di tribunale, l’amministrazione si sarebbe costituita parte civile.
    Mi sa però, che sul fronte della presa di coscienza istituzionale, individuale e collettiva ci sia ancora molta strada da fare. Ma attenzione che l’indifferenza e la paura possono uccidere la speranza di un futuro migliore per Palmi.
    Palmi, 6.10.2013
    Enzo Infantino

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