Rocco Femia, il boss di ‘ndrangheta che accanto al “torello” di Asti puntava dritto al cuore del gioco d’azzardo: i Monopoli di Stato

«Io non vendo verdura…vendo rapporti…vendo relazioni…e queste relazioni a me costano…alberghi .. cene…pranzi…regali…bottiglie…champagne…»: sono le ore 10.32 del 21 febbraio 2012 quando Guido Torello, una passione giovanile per la politica e per le auto (era proprietario a Nizza Monferrato di una concessionaria Alfa Romeo), così si presenta all’interlocutore che lo chiama.

Ricorda un po’, nella guasconeria, il personaggio di Pulp Fiction, Winston Wolf che, presentandosi a Vincent, Jules e Jimmy dichiara: «Sono il signor Wolf. Risolvo problemi».

Torello, non a caso “torellino” per gli amici, è nato a Nizza Monferrato, è domiciliato ad Isola d’Asti ma non per questo è tornato alla ribalta della cronaca.

No, ci è salito perché arrestato e indagato nell’abito dell’operazione che cinque giorni fa ha condotto in carcere 29 persone, accusate a vario titolo di far parte di un’associazione a delinquere capeggiata da Nicola Femia (detto “Rocco”), definito dalla Gdf di Bologna «importante boss di ‘ndrangheta» che dalla provincia di Ravenna dirigeva sul territorio nazionale ed estero, anche attraverso modalità tipicamente mafiose (estorsioni e sequestro di persona), un’attività illecita nel settore del gioco online e delle video slot manomesse. La Gdf di Bologna, guidata dal colonnello Antonio Palma, ha e sequestrato beni per oltre 90 milioni (oltre 170 unità immobiliari, numerosi autoveicoli, rapporti bancari e quote societarie) nei confronti di appartenenti ad un’associazione a delinquere. Si questa operazione ho scritto sul sito del Sole-24 Ore (è in archivio).

“Torellino”, come si legge nell’ordinanza firmata il 12 dicembre dal Gip Bruno Perla, si lascia andare alla seguenti “simpaticissime” telefonate il 19 dicembre 2011. Leggete qui.

 VOLEVANO MORTO IL COLLEGA TIZIAN

Torello chiede a Femia, col quale stava parlando, di rimanere in linea e da un'altra utenza contatta tale Luca  al quale domanda: «Ciao Luca ti disturbo? La Gazzetta di Modena per curiosità .. a chi fa capo? .. della Repubblica…il braccio armato del Pd eh! Comunque è di proprietà della Repubblica…di De Benedetti? Abbiamo qualcuno lì per pararci .. poi ti spiegherò a voce!…sì sì gualche giornalista…sì sì perché sta rompendo i coglioni ad un amico!", sottolineando ".. rompe le balle ad una persona che mi sta aiutando e .. ti dirò chi è!! E.. sto giornalista se ci arriviamo o la smette o gli sparo in bocca e finita lì! Perché è una persona che mi sta dando una mano! »

Torello riprende la conversazione con Femia e commenta «Vedi vedi che glielo faccio andare in bocca! », specificando: «Questo qui era il segretario di Giovanardi no?? … che è di Modena! Quindi mi ha detto…intanto so che è della Repubblica! Quel giornale lì di merda! » e concludendo «Se la smette, bene! Se non la smette gliela facciamo smettere perché .. stai tranquillo che anche a questa ci mettiamo una to… una…».

Femia non contraddice Torello, fornendo così, secondo gli inquirenti, un implicito assenso all'intervento. Sarà cosi?

Torello si attiva subito – ricostruiscono gli investigatori – tanto che pochi minuti dopo invia a Femia il messaggio sms: «Inviami un sms con il nome dì questo giornalista». Femia gira immediatamente la richiesta alla figlia Guendalina: «Oh Gue…me lo mandi un messaggio su quell'altro numero con il nome del giornalista .. nome e cognome» e lei, aderendo alla richiesta, prima lo richiama, affermando: «Giovanni Tizian», quindi ribadisce con un messaggio sms che inoltra immediatamente a Torello.

L'indomani, cioè il 20 dicembre 2012, Torello inoltra a Femia un primo messaggio sms «Luca lo conosci Giovanni Tizian giornalista della Gazzetta del mezzogiorno? Guido» e poco dopo un secondo sms: «Giovanni Tizian presto me lo presenteranno e si dimenticherà della tua esistenza Rocco perché debbo soffrire e vivere con l'ansia cosa ho fatto di male».

Alle 13:30 Torello informa dell'articolo pubblicato dalla Gazzetta di Modena anche un amico: «Tra l'altro ieri hanno massacrato un nostro amico su un giornale di Modena… poi ti dirò! » specificando, alla domanda «Chi è il nostro amico?? » che «Imola! So già come si chiama ìl il .. giornalista di .. la Gazzetta di Modena.. è della Repubblica e l'hanno massacrato pesantemente! » ed all'ulteriore domanda «Ma sempre per quel fatto lì no? », che: «E…peggio!! Vengo io più tardi che ci parliamo un attimo!.. ».

Ebbene, tale “gentleman” nato casualmente a Nizza Monferrato ma british dalla testa ai piedi, secondo i pm (io faccio solo il cronista e per me anche Bin Laden sarebbe stato innocente fino al terzo eventuale grado di giudizio), tra le altre cose, contribuisce, pur senza farne parte, alla sopravvivenza e al rafforzamento dell'associazione mafiosa promossa da Nicola Femia (detto "Rocco") nonché al raggiungimento degli scopi dell’associazione – i cui componenti si avvalgono del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento ed omertà che ne deriva per commettere delitti e acquisire una posizione di prevalenza e controllo nel settore economico del gioco elettronico a distanza online con vincite in denaro e della distribuzione e noleggio di apparecchi da intrattenimento – attivandosi, su richiesta di Nicola Femia, per portare ad esecuzioni iniziative intimidatorie ovvero corruttive essenziali per la sopravvivenza dell'associazione. Attività di cooperazione al raggiungimento degli scopi dell'associazione consistita, fra le altre, nelle seguenti condotte, scrivono sempre testualmente i magistrati e firma il Gip:

1) nel porre in contatto Nicola Femia con il maresciallo dei Carabinieri …omissis…., con M.C. (nei cui confronti si procede separatamente specificano i pm) affinchè, dietro il compenso di € 400.000,00, intervenissero presso componenti il collegio giudicante della 6^ Sezione Penale della Corte di Cassazione dinanzi alla quale si celebrava il procedimento n. 22605- 2011 a carico dello stesso Nicola Femia, condannato in grado di appello (Corte di appello Catanzaro) alla pena di anni 23 di reclusione;

2) nel porsi a disposizione dello stesso Femia per il compimento di azioni intimidatorie o comunque di condizionamento ai danni dei giornalista della Gazzetta di Modena, Giovanni Tizian, autore di arti
coli nel corpo dei quali Nicola Femia veniva indicato quale appartenente ad organizzazioni ‘ndranghetistiche attivo in Emilia Romagna nel settore del gioco illegale anche online;

3) nel porre in contatto Nicola Femia con il Tenente colonnello della Guardia di Finanza…omissis…con la finalità di istituire contatti riservati con il Dott. Raffaele Ferrara direttore dell'Azienda Autonoma dei Monopoli di Stato per potere acquisire notizie su future iniziative amministrative di controllo e di formazione secondaria nel settore delle macchine da intrattenimento "video slot";

Alt, fermiamoci un attimo, anche in considerazione del fatto che leggere che un collega e amico è a rischio morte, non è piacevole.

AL CUORE DEI MONOPOLI

Ricordate la frase con la quale ho attaccato questo articolo? No? Ve la riscrivo. «Io non vendo verdura…vendo rapporti…vendo relazioni…e queste relazioni a me costano…alberghi .. cene …pranzi…regali…bottiglie…champagne…». A parlare così è appunto il “torellino” gentleman piemontese che, secondo i pm, pur estraneo al sodalizio criminale, risultava in contatto con personalità di vario genere e importanza, che "poneva a disposizione"di Nicola Femia da cui era retribuito.

Abbiamo visto che, secondo l’accusa, Femia si rivolge a Torello nel tentativo di “aggiustare” un processo in Cassazione (ma gli va male al punto che chiede, con le buone o le cattive, di rientrare in possesso di 100mila euro dati come anticipo sul totale di 400mila).

Poi, tramite la sua conoscenza con un ufficiale superiore della Guardia di Finanza (il tenente colonnello, non indagato…omissis….), Torello assicurava (sempre secondo l'accusa) a Nicola Femia la possibilità di incontri riservati con il Raffaele Ferrara, direttore dell'Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato: gli incontri erano finalizzarti a consentire a Nicola Femia di conoscere anticipatamente il contenuto di iniziative amministrative nel settore delle video slot che, soggetto ai poteri di controllo e di normazione secondaria dell’Aams. E’ bene chiarire che Ferrara non c’entra nulla e che avrà appreso dai documenti giudiziari che qualcuno di poco raccomandabile cercava di mettersi in contatto con lui. Tanto che nell’ordinanza si legge che «al momento della richiesta cautelare l'incontro non era stato ancora definito».

LA DESCRIZIONE

Ma vediamo come gli inquirenti descrivono l'intervento di Guido Torello per un incontro tra Nicola Femia e il direttore dell'Aams.

Per trascorsi giudiziari e per la conseguente necessità di operare nel settore valendosi sempre di prestanome, a Femia sono interdetti rapporti ufficiali con i vertici delle strutture amministrative di controllo.

Pertanto è l'intervento di Guido Torello che gli consente di incontrare "riservatamente" il neo direttore dei Monopoli di Stato, Raffaele Ferrara.

Per realizzare quest'attività Guido Torello ricorre a suoi pregressi rapporti di conoscenza con…omissis…Tenente colonnello della Guardia di Finanza (già implicato in e vicende giudiziarie), che gli garantisce la possibilità di incontro con il direttore dell'Aams, anch'egli proveniente dalle fila della Guardia di Finanza.

In una conversazione telefonica è lo stesso Nicola Femia ad esigere che all'incontro, oltre a..omissis…, partecipi lo stesso Guido Torello.

Il pm nella sua richiesta cautelare, anche in questo caso, riporta per intero passi dell' informativa del Gico della Guardia di Finanza di Bologna del 7 giugno 2012, secondo cui Guido Torello si presta per fare in modo che Femia possa incontrarsi con Ferrara. L'indagato desidera conoscere in anticipo le modifiche normative che l'Amministrazione dei Monopoli è intenzionata a varare nei prossimi mesi nel settore degli apparecchi elettronici da intrattenimento ex art.110 comma 6A Tulps (cosiddette video slot), ed in quello del gioco online. Torello contatta il Tenente colonnello della Guardia di Finanza…omissis… ad aprile 2012 condannato dalla Corte di Appello di Torino a 7 anni di reclusione per diversi episodi di concussione commessi nella provincia di Cuneo.

La sera del 3 maggio 2012 Torello contatta Femia e facendo chiaramente riferimento a pregressi colloqui gli propone di incontrare Ferrara.

L'indomani, il 4 maggio, Torello chiede a…omissis… un incontro urgente, poi concordato per il giorno successivo a Torino, Piazza San Carlo, motivando la richiesta con una non meglio specificata "operazione”.

Nel pomeriggio del 5 maggio Torello si incontra con …omissis… e quindi alle 18.41 contatta Femia e lo informa di aver organizzato un pranzo da tenersi a Roma il successivo venerdì 11 maggio, unitamente ad un colonnello e ad un terzo soggetto. Il contenuto e la consecuzione temporale delle conversazioni lascia intendere – si legge nell’ordinanza – che Torello abbia chiesto al colonnello …omissis… di organizzare per conto di Femia un incontro con Ferrara. Nel corso della conversazione Torello informa Femia anche di alcune non meglio precisate proposte di collaborazioni – un cosiddetto ''ragionamento''- che …omissis…intende proporgli.

Dopo un primo rinvio (10 maggio 20129, il 12 maggio Torello incontra…omissis…a Milano, quindi il 14 maggio contatta Femia e lo informa di aver visto 'la persona"(intesa…omissis…) precisando che questi ritiene di essere sufficientemente in confidenza con Ferrara da  rendere "utile" l'incontro con Femia.

Il 15 maggio Torello comunica a Femia di essere ancora in attesa di una conferma da parte di…omissis…della data in cui effettuare l'incontro con Ferrara.

Un paio d'ore dopo ed in ragione della conversazione con Femia, Torello sollecita…omissis… inviandogli un sms.

Due giorni dopo, il 17 maggio, …omissis…invia a Torello un sms con il quale comunica la disponibilità del direttore Ferrara (almeno così asserisce e resta da scoprire se si tratti di un credito millantato, insomma una bugia) ad incontrare Nicola Femia il successivo mercoledì 23 maggio.

Torello inoltra il messaggio a Femia che lo contatta immediatamente e lo informa che la mattina di mercoledì 23 maggio deve essere sentito dalla Guardia di Finanza di Lugo (Ravenna)
non riuscendo, quindi, a garantire un orario certo per l'incontro a Roma. Torello, allora, afferma di voler proporre una cena per le ore 18 di mercoledì 23 maggio ma l'incontro programmato per mercoledì 23 maggio non ha luogo a causa del ricovero di Torello presso la struttura Ospedaliera di Asti, avvenuto nella giornata del 22 maggio, e viene rimandato dal colonnello…omissis…alla settimana successiva.

Fine delle trasmissioni (per il momento) con due certezze: 1) quell’incontro tra il direttore dei Monopoli di Stato Ferrara e il boss Femia non è avvenuto; 2) il gioco d’azzardo (che sia lecito o meno) per la ‘ndrangheta è una miniera in grado di corrompere tutto e tutti. Anche a costo di ammazzare un giornalista.

r.galullo@ilsole24ore.com

  • beatrice |

    questa è la vera solidarietà a giovanni tizian. leggere le carte e avere il coraggio di scriverne i contenuti … andando oltre le minacce a tizian. Grazie a nome di tutti quelli che si chiamano GIOVANNITIZIAN

  Post Precedente
Post Successivo