MAFIA CINESE/1 Per il pm Squillace Greco entro 15 anni sarà la quinta mafia in Italia – Triade, bande giovanili e imprese

Cari amici di blog, proseguo con il racconto dell’audizione in Commissione antimafia, il 24 ottobre, del procuratore capo della Repubblica di Firenze, Giuseppe Quattrocchi e dei sostituti procuratori Tommaso Coletta ed Ettore Squillace Greco.

Dopo aver affrontato, ieri, il profilo nebuloso e sconfortante della presenza di capitali russi (forse mafiosi forse non ma capirlo è impossibile), i tre passano ad analizzare la sistematicità criminale cinese, che nel territorio toscano, soprattutto nella piana Firenze-Prato, ha una attività di elezione ormai storicamente, economicamente e finanziariamente molto importante.

La grande quantità di illeciti commessa da questa comunità, anche attraverso meccanismi organizzati e strutturati di carattere associativo, ha comportato una serie di reati in materia fiscale, di delitti contro il patrimonio, e soprattutto nella materia della ordinaria e controllata capacità di gestire i diritti dei lavoratori, che li ha collocati su un territorio di concorrenza irrimediabilmente sleale rispetto all’ imprenditoria del territorio.

Pensate che abbiamo provveduto a sequestrare una quantità impressionante di beni – ha detto Quattrocchi di fronti ai commissari antimafia – di società, di immobili, ma abbiamo sequestrato circa cinque miliardi di euro in contanti che la comunità cinese cerca di trasferire e spesso ci è riuscita fuori dai nostri confini. I 5 miliardi di euro sono il frutto di un'attività di trasferimento del danaro attraverso i money transfer e, in particolare, il money to money, che si avvale di appoggi su banche prevalentemente di San Marino e anche attraverso Bank of China, sulla quale stiamo sviluppando una serie di accertamenti.

La strumentazione è fatta di due modalità. La prima è quella tipica dello spallone. Siamo stati in grado di sequestrare ingenti somme di danaro, portate nelle scarpe, nelle borse, negli indumenti da cittadini cinesi che utilizzano i mezzi di trasporto e, soprattutto, quelli aerei, a Firenze e a Pisa. Ci sono poi le operazioni più tecnicamente bancarie, che riescono a superare gli sbarramenti tipici della nostra normativa, a proposito di quella che può essere la modalità anche legislativa per cercare di limitarla. Credo però che non si possa fare di più. Abbiamo contato migliaia e migliaia di operazioni di 1.990 euro, che stanno sotto la soglia di quelle operazioni consentite rispetto alle quali non si approfondiscono le indagini”.

BANDE GIOVANILI E IMPRENDITORIA

E’ poi il turno del pm Coletta. Il pericolo in Toscana, dice, è dato dall'esplosione del fenomeno delle mafie straniere. In un'epoca in cui non esistono più frontiere, la penetrazione degli stranieri è sempre più importante e imponente e con essa anche i flussi di criminalità. “Mi riferisco anzitutto alle nuove mafie cinesi – ha detto senza mezzi termini Coletta. – La delinquenza cinese è sicuramente quella in cui meglio si possono ritrovare quelle connotazioni di mafia nostra. In Toscana abbiamo una presenza massiccia di cinesi, nella zona tra Prato e Campi Bisenzio. Le altre regioni dove sono tantissimi sono la Lombardia con Milano e la Campania con Napoli. Da noi i cinesi come criminalità organizzata si distinguono in due tipologie”.

La prima tipologia è costituita dalle bande giovanili cinesi, che sono pericolosissime, perché rappresentano una forma di azione mafiosa di tipo primordiale (tra l'altro hanno rituali ancora tribali). La Dda di Firenze ha dimostrato nel corso di alcuni processi che tra ragazzi cinesi ancora si fanno i giuramenti di sangue secondo il metodo tipico della Triade, che è stato mediato dalla Triade ma anche dalle mafie italiane. A Prato è successo. Queste bande giovanili proprio perché agiscono con questo metodo ancora primordiale sono estremamente violente e pericolose. Tanto per dare un esempio, sono bande che fanno l'usura e che successivamente, per recuperare il denaro, non si limitano a fare le estorsioni, ma fanno sequestri di persona a scopo di estorsione. Fanno sequestri lampo minacciando l'amputazione degli arti, esibendo i machete, la loro arma tipica.

LE DIFFICOLTA’

Li attenzioniamo – ha affermato Colettama abbiamo difficoltà di due tipi. Anzitutto, agiscono esclusivamente in modo intraneo, ovvero all'interno e in danno alla loro comunità, e poiché il cinese è poco disponibile culturalmente a rivolgersi alle forze di polizia italiane, spesso e volentieri i fatti rimangono interni alla comunità. Proprio per questo motivo molto più facilmente si crea quel clima di omertà e di intimidazione interna, che è una delle caratteristiche della mafia: il cinese aggredito dal connazionale non reagisce; non si rivolge alle Forze dell'ordine perché ha paura sia che le Forze dell'ordine possano cacciarlo dall'Italia sia soprattutto di chi agisce nei suoi confronti”.

La seconda tipologia della mafia cinese è quella della imprenditoria, che ha già fatto un salto criminale di qualità; non ha più bisogno di andare per strada a taglieggiare, ma fa della vera e propria mafia con metodi più silenti. In questo contesto bisogna anche ricordare che questo tipo di popolazione, molto mobile sul territorio europeo, è imprenditorialmente molto attivo ed energico. Quindi crea basi non solo di impresa lecita ma anche di impresa criminale in vari Stati d'Europa. Questo moltiplica i problemi investigativi per la necessità di ricorrere a rogatorie e accertamenti sull'estero.

LE PAROLE DI VARRATTA

Il 7 novembre, sempre in Commissione antimafia, è il turno del prefetto di Firenze Luigi Varratta, da poco trasferito da Reggio Calabria. “All'interno della mafia cinese – afferma – sono state distinte tre tipologie criminali. Rilevante è quella delle triadi, che opera nel settore dello sfruttamento dei clandestini, del gioco d'azzardo, della prostituzione e dei centri di benessere. Qualche giorno fa è stata condotta a Firenze un'operazione congiunta, tra Forze dell'ordine, Inps, Inail, Asl e Direzione provinciale del lavoro, su 11 centri di benessere gestiti da cinesi. Per due centri è stata sospesa l'attività per mancanza di autorizzazione. Va detto che non è stata notata presenza di clandestini; le irregolarità più importanti rilevate riguardano l'aspetto fiscale e l'assunzione di lavoratori in nero. A parte queste attività, il settore nel quale la criminalità gialla è più permeata è quello della contraffazione, in virtù del fatto che il tessile e la pelletteria sono molto floridi in Toscana. Stesso scenario troviamo anche Prato, Pistoia e nel Valdarno fiorentino. Dagli elementi che abbiamo sulla presenza della criminalità cinese si può forse dire che questa criminalità, che tra quelle straniere è quella che rappresenta il maggior pericolo per la sicurezza e per la legalità del territorio non solo fiorentino, ma toscano in generale, potrebbe diventare la quarta o quinta mafia, se si considera quella pugliese pressoché inesistente come sopra riferito”.

PAROLA A SQUILLACE GRECO

Il sostituto di Firenze Squillace Greco, nell’audizione del 24 ottobre, era già intervenuto a gamba tesa sulla
questione della quinta mafia ed era stato ancora più esplicito. “Con riferimento invece alla questione del gioco d'azzardo – affermò – le nostre mafie storiche gestiscono la distribuzione dei videopoker, come è stato dimostrato anche dalle indagini fatte di recente a Reggio Calabria. Da noi arrivano invece le macchinette. Diverso è il discorso della gestione del gioco d'azzardo come meccanismo per l'usura e per l'acquisizione di imprese anche commerciali, che è anch'essa da ricondurre ai cinesi, che si vanno conformando ad un certo tipo di comportamento. Non voglio fare la Cassandra, ma se la situazione rimarrà quella che è stata descritta efficacemente dal collega Coletta, tra 15-20 anni troveremo pienamente operativa in questo Paese la quinta mafia storica, che è quella cinese. In estrema sintesi direi che per quanto ci risulta il fenomeno del gioco d'azzardo, con riferimento all'ambito toscano, si caratterizza più come attività dei gruppi malavitosi cinesi che non delle nostre mafie”.

Il commissario Lauro chiese: “Mi scusi, ma anche come titolarità delle sale giochi o solo come bische clandestine?” e Squillace Greco rispose: “No, parlo di bische clandestine. Dal punto di vista della titolarità delle sale giochi, apparentemente è tutto pulito e tutto normale: dovrei ripetere quello che ho detto prima sul meccanismo di investigazione del riciclaggio e del reinvestimento”.

Se vi sembra di aver letto abbastanza, aspettate domani e vi ricrederete…Vi accorgerete per l’ennesima volta che la capacità dello Stato di affrontare i problemi nel momento in cui nascono, per combattere efficacemente le mafie, è zero!

1- to be continued

r.galullo@ilsole24ore.com

  • claudio castellani |

    basta così. ciao. claudio

  • claudio castellani |

    finchè il denaro = dio, mai si sconfiggerà la mafia. claudio. 31/12/2012

  • GIOBBE |

    carissimo PM , la mafia Cinese è già la prima MAFIA in Italia, ha già rovinato la nostra economia, con i compromessi che i Comuni comunisti hanno fatto con loro , PRATO, in testa , ecc.
    Basta vedere i ripetuti sequestri che quasi giornalmente si verificano.

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