Premio Ilaria Alpi/2 Amicizie pericolose a Santena (Torino) e difficile applicazione al Nord del 416 bis

Prosegue fino a sabato al Palacongressi di Riccione la XII edizione del Premio Ilaria Alpi, la collega del Tg 3 uccisa a Mogadiscio con l’operatore Miran Hrovatin nel marzo 1994 (si veda il post in archivio il post di ieri dedicato al riciclaggio).

Domani, all’interno del Project Est, promosso e realizzato dall’Associazione Ilaria Alpi in collaborazione con Flare network, Romanian Centre for Investigative Journalism e con il Centro studi e ricerca sulla sociologia giuridico penale, la devianza e il controllo sociale dell’Università di Bologna (www.estproject.eu) si svolgerà un workshop sull’applicazione del 416bis al Nord.

Ad aprire il confronto sarà ancora una volta un servizio giornalistico mandato in onda su Rai News 24, della collega Michela Monte.

Il servizio, che si apre con una citazione di Giovanni Falcone fatta dal capo della Procura di Torino Giancarlo Caselli (”senza il 416bis si sarebbe costretti a contrastare un carro armato, cioè la mafia, con una cerbottana”) è un calcio in faccia. In faccia a quanti pensano ancora che le mafie siano un problema del Sud.

Siamo a Santena, in provincia di Torino. Poco più di 10mila abitanti a sud di Torino, nella seconda cintura, al confine con i Comuni di Chieri, Villastellone, Cambiano e Poirino.

Il consiglio comunale di Santena, costituitosi nel maggio 2007, è stato sospeso con decreto della Prefettura di Torino il 10 maggio 2011, a seguito delle dimissioni di 11 consiglieri su 20. Commissario è stato nominato Giuseppe Zarcone.

Non è stato sciolto per mafia, no, anche se in questo angolo di Piemonte la presenza della criminalità non manca. E non manca anche il confronto dialettico, aspro, tra chi fa politica.

L’oggetto della contesa è l’ex sindaco, Benedetto Nicotra. Di che partito? E chissenefrega, anche se lo sapessi non ve lo direi, per quanto stima ho nella politica attuale. Di qualsiasi colore sia.

A stupire è l’amicizia con Vincenzo D’Alcalà, pluripregiudicato 53 enne originario di Reggiano Gravina in provincia di Cosenza. A marzo gli hanno sequestrato di tutto e di più: immobili e conti bancari. Autotrasportatore nella vita (l’impresa Galuro Trasporti con sede a Villastone non è stata però sequestrata) e supposto usuraio. Sembra che la violenza faccia parte del suo codice genetico e il Gip Pier Giorgio Balestretti, nel provvedimento di sequestro ricorda una delle ultime prodezze di D’Alcalà: «Nella notte fra il 25 e il 26 maggio 2007, al termine della campagna elettorale, D’Alcalà viene coinvolto con altri nei disordini per “convincere” candidati della lista opposta a quella del futuro sindaco Nicotra a staccare dai tabelloni i propri manifesti elettorali. Il giorno dopo presidia i seggi».

Passerà anche del tempo in galera, ma si ritroverà al fianco dl maresciallo dei carabinieri Giovanni Pasquariello, che dissuade più di un usurato dallo sporgere denuncia. Carmine Mannarino era uno di questi. Artigiano di Santena, si fa prestare 30 milioni di lire nel 1992 e accumula un debito di 300 con D’Alcalà.

Mannarino attenderà il 2000 per sporgere denuncia alla Gdf di Torino. L’inchiesta, coordinata dal pm Roberto Furlan, «farà emergere – afferma il giudice Balestretticonnivenze con noti personaggi pubblici della zona in cui le illecite operazioni finanziarie venivano svolte».

Con questo curriculum è strano che un sindaco si avvicini. Intervistato dalla collega Monte, lo spavaldo Nicotra affermerà invece che “se andavi a chiedere del denaro sapevi già che fine facevi. E la banca allora? E’ un usuraio legalizzato. Io punirei tanto chi strozza quanto chi chiede il prestito all’usuraio”.

Filosofia ancestrale ed infatti per l’ex primo cittadino, D’Alcalà è solo “uno degli 11mila residenti. Io gli ho fatto dare gli arresti domiciliari, perché per formazione sono molto attento agli aspetti sociali”.

Come avrà fatto a fargli avere gli arresti domiciliari resta un mistero della natura ma di misteri a Santena non mancano. Perché, a esempio, molti degli intervistati per strada da Michela Monte, dicono di non conoscere D’Alcalà o di considerarlo come uno di loro? Incoscienza? Paura? Neppure il parroco Don Nino Olivero si sbilancia: “Le parole restano nel confessionale”.

L’unico a esporsi è l’ex consigliere Domenico Galizio. “D’Alcalà – dice – faceva da ufficiale di collegamento nelle sedi elettorali alle scorse amministrative. Accompagnava gente dentro la sezione e la salutava fuori. Bisogna fermare questo clima di omertà”.

Giusto, Non so a quale partito appartenga Galizio e non mi interessa (per le ragioni di cui sopra). Vorrei solo che si smettesse di pensare che mafia, economia e società entrino in corto circuito solo al Sud. E merito delle giornate di Riccione dedicate alla memoria di Ilaria Alpi è anche questo.

r.galullo@ilsole24ore.com

p.s. Invito tutti ad ascoltare la mia trasmissione su Radio 24: “Sotto tiro – Storie di mafia e antimafia”. Ogni giorno dal lunedì al venerdì alle 6.45 circa e in replica alle 0.15 circa. Potete anche scaricare le puntate su www.radio24.it. Attendo anche segnalazioni e storie.

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